Dall'Apocalisse ai complotti internazionali

"Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero d’uomo, e il suo numero è 666."
— Apocalisse 13:18

Da secoli, il numero 666 affascina, inquieta e stimola l'immaginazione collettiva, soprattutto tra gli studiosi che tentano di svelarne l'arcano.
Ma cosa si cela realmente dietro questa cifra misteriosa e, per certi versi, inquietante? È solo un simbolo religioso o nasconde significati più profondi, forse legati a poteri occulti e complotti globali?

Nel Libro dell'Apocalisse, il 666 è associato alla "bestia", una figura simbolica che rappresenta il male supremo.
Alcuni studiosi ritengono che questo numero sia un riferimento cifrato all'imperatore romano Nerone. Utilizzando la gematria ebraica, il nome "Neron Kesar" (נרון קסר) sommato dà proprio 666.

Tuttavia, non tutti concordano con questa interpretazione, nemmeno io, a dire il vero.
Molti studiosi suggeriscono che il numero possa riferirsi all'imperatore Domiziano o ad altre figure storiche dell'epoca, ma a mio avviso non è così: credo invece che la soluzione dell'enigma debba essere legata a verità assolute che esulano dal tempo relativo, riferendosi all'intera condizione umana.

Nella tradizione biblica, il numero 7 simboleggia la perfezione divina.
Il 6, essendo inferiore di uno, rappresenta l'imperfezione.
Il 666, quindi, potrebbe simboleggiare l'apice dell'imperfezione o una triplice manifestazione del male.
Ma cosa è il male?

Analizzando il contesto storico-culturale dal quale deriva questo simbolo — un'epoca in cui la religione dominava ogni aspetto della vita umana, diventando l'unica verità possibile ed ergo assoluta — deduco che il male dovesse essere rappresentato da ogni verità alternativa, capace di scardinare quella egemonia.

Forse potremmo definire l'Apocalisse, ossia la “rivelazione”, come il momento in cui questa verità assoluta verrà finalmente svelata al mondo e, come una bestia inarrestabile, porterà alla distruzione del mondo per come lo conosciamo, con le sue false certezze e le sue discutibili verità.
In quest'ottica, potremmo considerare l'Apocalisse come la prima vera teoria del complotto: un testo profetico che cerca, attraverso allegorie e simboli, di diffondere la verità tra gli uomini, affinché non giungano impreparati al momento in cui la loro vera storia, la loro vera natura, e persino il loro destino, saranno rivelati.

Teorie del Complotto e Interpretazioni Moderne sul 666

Nel corso dei secoli, il 666 è stato associato a numerose teorie del complotto.
Alcuni sostengono che il numero sia nascosto nei codici a barre, nei microchip o in altre tecnologie moderne, come simbolo di un controllo globale da parte di forze oscure. C'è persino chi lo rintraccia nella disposizione dei numeri sul tastierino del cellulare (oggi Smartphone), e nel Qr Code utilizzato sui documenti in epoca Covid-19.

Altri vedono nel 666 un riferimento a personaggi storici o contemporanei percepiti come incarnazioni del male, da Napoleone a Hitler, fino a figure più recenti come Putin, Xi Jinping, ed altri pseudo-dittatori a capo di potenti nazioni.
Queste interpretazioni riflettono le paure e le ansie collettive di diverse epoche.

A mio avviso, tali teorie sono demenziali e scardinano la natura autentica del libro della Rivelazione, che fa riferimento a Lucifero (la bestia) non come male assoluto, ma come “portatore di luce”, ossia di verità, anche se di una verità che forse l'umanità non vorrebbe mai ascoltare e non per forza di cose benevola.

I satanisti (soprattutto quelli ignoranti) hanno trasformato questo numero nel simbolo del diavolo, ossia dell'antagonista del Cristo (dell'Anticristo in pratica). Ciò perché tali culti settari (mi riferisco soprattutto al satanismo acido e correnti affine) hanno l'unico obiettivo di venerare il male inteso come forza negativa contrapposta al bene, e soprattutto si pongono come antagonisti della Chiesa quale istituzione sacra, arrivando a compiere atti criminali che spesso sfociano in sacrifici ed omicidi.

Possibile che l'intero testo dell'apocalisse possa essere ridotto a tanta pochezza? Ovviamente no, non è possibile, per questo io sostengo che debba far riferimento a concetti scollegati dalla teologia classica e probabilmente legati all'antropologia e alla sociologia umana nella loro concezione più profonda ed arcana.

Il 666 nella mia interpretazione: simbolo di verità nascosta

Se consideriamo che la sesta lettera dell'alfabeto ebraico è il Vav (ו), il cui significato primario è "gancio" o "uncino", allora il numero 666 può essere letto come Vav, Vav, Vav: tre ganci.
Questa visione apre a una nuova interpretazione: il 666 non sarebbe semplicemente il numero del male, ma il simbolo di un triplice vincolo, di una prigionia invisibile che tiene incatenata l'umanità.

Tre ganci che bloccano il corpo, la mente e l'anima; tre legami che impediscono il pieno risveglio; tre forze che tengono l'essere umano lontano dalla verità.
In quest'ottica, la "bestia" non è tanto un'entità esterna da temere, ma un sistema di controllo sofisticato e totalizzante che agisce su più livelli dell'esistenza.

Se l'Apocalisse è davvero la rivelazione ultima, allora il 666 potrebbe indicare ciò che deve essere spezzato (o considerato) per ottenere tale illuminazione: il potere dei tre ganci che tengono l'umanità incatenata all'illusione.

Se questo possa rappresentare un bene o un male, non sta a me stabilirlo. Compete piuttosto al buon senso, alla capacità di discernimento e all'istinto profondo di ogni individuo, che solo nella libertà del pensiero può trovare la propria verità. In fondo, forse, la più grande rivelazione non è ciò che ci viene svelato, ma ciò che impariamo ad intuire da soli, superando paura, menzogne e illusioni.

MARIO CONTINO