Gli stregoni dell'India: gli Aghori

Aghori, sādhus oscuri dell'India

Un culto estremo e misterioso tra gli indù

Temuti e rispettati, i misteriosi Aghori dell'India

Gli Aghori

Quando si pensa all'India raramente ci si sofferma sulla spiritualità in termini negativi, ossia sulla magia nera e gli stregoni, eppure anche l'India cela i suoi segreti, i suoi maghi oscuri e potenti, temuti e rispettati.
Prima di tutto occorre spiegare cosa si intende con la parola sanscrita sādhus, ossia un termine utilizzato per indicare i saggi, i santi se vogliamo, coloro che perseguono la retta via tentando di giungere al Moksha, lo stato simile al Nirvana citato nel buddismo nel quale il ciclo delle reincarnazioni cessa.
I Sadhu possono essere considerati come gli stregoni, o gli shamani, presenti in India sa millenni e impegnati nella realizzazione di molteplici rituali magici; sono maestri nell'arte della meditazione, dello yoga, della recitazione dei mantra ecc..
Così come in Occidente e in Africa esistono varie forme di stregoneria, varie sette esoteriche, varie tipologie di stregoni e di magia, anche in India esistono varie caste e sette di sadhu, ad esempio:

  • Naga Baba sono una setta ascetica guerriera di natura Shivaita, molto vendicativa e spesso in contrasto con le altre sette. La parola deriva da nudo in quanto spesso non indossano nulla e si adornano di armi che simbolicamente rappresentano la loro natura.
  • Gorakhnathi oppure Nath babas, sono una setta i cui adepti seguono gli insegnamenti tantrici di Gorakhnath, loro fondatore. I Gorakhnathi si contraddistinguono per via del kundala, un anello posizionato all'orecchio nel corso di una cerimonia rituale.
  • Udasin, di origine Sikh prediligono le 5 divinità induiste, Shiva, Vishnu, Surya, Durga e Ganesh. La setta è stata fondata da Shrichandra, figlio del Guru Nanak, fondatore del Sikhismo.
  • Ramanandi, detti anche i Vairagi o Avadutha, ovvero quelli che sono indifferenti al mondo e quelli che hanno rinunciato a tutto
  • Aghori, quelli più temuti ed oscuri, una setta dalle tradizioni estreme fondata da Kina Ram, un asceta del XVIII secolo.

CONOSCIAMO MEGLIO GLI AGHORI

La loro pratica è estrema e compiono atti di vero e proprio cannibalismo che sono severamente vietati da altre sette a carattere mistico-religioso dell'India.
Mangiano carne umana e si cibano persino di feci e urina, si lasciano andare a comportamenti lascivi con le prostitute, meditano sui cadaveri, si adornano di ossa e teschi umani.
Come Shiva, vivono nei campi di cremazione, completamente nudi o coperti da un semplice panno di lino.
Anche se sembrerebbero perseguire l'impurità in ogni loro azione, a differenza della maggior parte delle altre sette indù, in realtà perseguono lo stesso obiettivo.
Gli Aghori, oggi poche decine in realtà e quasi impossibili da rintracciare, pensano che gli estremi siano identici e che la distinzione tradizionale indù tra puro e impuro faccia parte della grande illusione della vita chiamata Māyā, della quale vogliono anche loro liberarsi.
Così come molti shamani delle tribù africane sono convinti che consumare il cuore delle bestie feroci possa far confluire in loro la forza della bestia, o che consumare le carni dei nemici possa far assimilare la loro forza, anche gli Aghori credono che consumando la carne de cadaveri (soprattutto alcuni organi) permetterebbe l'assorbimento dello “Shakti” l'energia vitale e le doti psico-fisiche di quell'individuo.

Questi praticanti sono considerati potenti stregoni in grado di causare la morte di un individuo o miracolose guarigioni, essi considerano la malattia come la conseguenza di un danno a livello spirituale, quindi sarebbero capaci di curare il corpo fisico operando sul piano spirituale per mezzo di particolari rituali. Gli Aghori non temono la morte, sono convinti che sia semplicemente un passaggio, una tappa obbligata verso una nuova fase dell'esistenza.

MARIO CONTINO

Mario Contino | Aghori in India

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