Nel corso di diversi secoli, migliaia di persone in Europa, principalmente donne, furono accusate di stregoneria e condannate a pene terribili, spesso la morte. Dall'inizio del XVI secolo, con l’influenza della caccia alle streghe, in molti paesi si scatenò un’ondata di superstizioni e paure verso il “male occulto”. La stregoneria veniva percepita come una minaccia oscura, capace di scatenare malattie, carestie e disgrazie. Le presunte streghe erano quindi accusate di essere in combutta con forze demoniache, portando alla luce una mentalità alimentata dall’ignoranza e dalla paura.
Anche se già nel XVII secolo l’Europa aveva iniziato a superare queste credenze, la caccia alle streghe si estese a lungo, colpendo persone innocenti anche nei secoli successivi. Fu solo con l’arrivo dell’Illuminismo che la società cominciò a interrogarsi sulla razionalità di queste pratiche e a mettere in discussione le accuse mosse contro le presunte streghe. Eppure, anche in un periodo di progressivo razionalismo, una donna in Svizzera avrebbe pagato il prezzo di secoli di paura e superstizione. Questa donna fu Anna Göldi, l'ultima persona giustiziata in Europa per stregoneria.
Anna Göldi nacque nel 1734 a Sennwald, in Svizzera, in una famiglia che godeva di una buona reputazione e stabilità economica. Tuttavia, un contrasto con il sindaco del villaggio segnò la fine del benessere della sua famiglia, che cadde in rovina e fu costretta a trasferirsi nel canton Grigioni. Così, fin da bambina, Anna conobbe la povertà e la precarietà, ma sviluppò un carattere forte che l’avrebbe aiutata ad affrontare le avversità della vita.
Nel 1762 Anna tornò nella sua regione d’origine e trovò lavoro come domestica, mestiere umile che le permetteva di conquistare un minimo di indipendenza economica. Nonostante fosse dedita al lavoro, le difficoltà non tardarono ad arrivare. Dopo aver avuto un figlio da un mercenario, il bambino morì in culla, e Anna fu accusata di averne causato la morte. Senza prove, venne condannata e sottoposta a punizioni fisiche. Questa condanna segnò l'inizio di una vita segnata dall'ingiustizia e dal pregiudizio.
Dopo anni di difficoltà, Anna si trasferì a Glarona, trovando lavoro presso la famiglia Zwicky, una famiglia rispettabile del luogo. Qui, Anna ebbe una relazione con il giovane medico di famiglia, ma a causa delle differenze sociali, fu allontanata dalla casa. Nonostante queste sfide, Anna riuscì a rimettersi in piedi e nel 1780 iniziò a lavorare come bambinaia per la famiglia Schudi, dove inizialmente era rispettata e fidata.
Fu un litigio con la padrona di casa a segnare il destino di Anna Göldi. Dopo una discussione, la figlia minore della famiglia, Anna Maria, iniziò a trovare spilli nei suoi pasti. La famiglia, mossa dal sospetto, accusò Anna di aver fatto un incantesimo alla bambina. Le tensioni crebbero quando la piccola Anna Maria cominciò a mostrare strani sintomi, come vomitare spilli e pezzi di ferro, fenomeno interpretato come prova di una maledizione.
La situazione precipitò quando, consapevole della gravità delle accuse, Anna tentò di fuggire ma fu catturata poco dopo e incarcerata. Durante il processo, Anna fu sottoposta a torture che le strapparono una confessione in cui ammise, sotto estremo dolore, di aver stregato la bambina. La confessione, estorta con violenza, non faceva che confermare i sospetti della comunità, e Anna fu condannata non per sua colpa ma per ignoranza alimentata dal fanatismo religioso.
Il 13 giugno 1782, Anna Göldi fu giustiziata per decapitazione, rendendo questo episodio l’ultimo processo di stregoneria documentato in Europa. La sua esecuzione destò scandalo tra molti intellettuali dell’epoca, che vedevano in questo processo un residuo barbaro in un’epoca che stava cercando di fondare il proprio pensiero su basi scientifiche e razionali.
Solo nel 2008, oltre due secoli dopo la sua morte, il governo svizzero riabilitò ufficialmente Anna Göldi, riconoscendo l'errore giudiziario commesso nei suoi confronti, come se potessero esserci dubbi in merito. Questo atto tardivo mirava non solo a cancellare le accuse di stregoneria, ma anche a riflettere sulla gravità delle superstizioni e degli stereotipi che ancora oggi possono generare ingiustizie.
La storia di Anna Göldi ci ricorda i pericoli dell’ignoranza e della paura verso ciò che non comprendiamo, la superstizione può insinuarsi in modo insidioso e portare a conseguenze terribili, persino ad atti barbarici che nulla hanno a che fare con l'idea di giustizia e santità, risultando essere più demoniaci che mai.
Anna Göldi è diventata un simbolo della lotta per i diritti umani e un esempio di come la paura, l’intolleranza e i pregiudizi possano trasformarsi in strumenti di oppressione.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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