Cerbero è una delle figure più rappresentative della mitologia greca, incarnazione di mistero e terrore.
Figlio di Echidna, una creatura metà donna e metà serpente, e di Tifone, una delle divinità primordiali più temibili, Cerbero è noto come il custode degli Inferi. Secondo il mito, era incaricato di sorvegliare l'ingresso del regno dei morti, impedendo alle anime di fuggire e ai vivi di entrare. È fratello dell’Idra di Lerna, del Leone di Nemea e di altre creature mostruose, che come lui incarnano aspetti terrificanti della natura e dell’universo mitologico. Cerbero è descritto come un gigantesco cane nero con numerose teste, anche se la versione più comune lo rappresenta con tre teste. Ognuna delle sue teste simboleggia una caratteristica diversa del mostro: crudeltà, ferocia e voracità.
Il ruolo di Cerbero come guardiano degli Inferi ne fa una figura centrale nel mondo del paranormale e delle leggende antiche. Non solo egli è il simbolo dell'ostacolo insormontabile, ma rappresenta anche il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Questa funzione è rafforzata dalle sue caratteristiche mostruose: la sua coda di drago e la criniera fatta di serpenti velenosi lo trasformano in una sorta di chimera, un essere composto da parti di diversi animali, che lo rende ancora più temibile.
Una delle apparizioni più celebri di Cerbero nella letteratura è nella "Divina Commedia" di Dante Alighieri.
Il poeta italiano, nel suo viaggio immaginario attraverso l’Inferno, incontra Cerbero nel sesto canto, dove il mostro è posto a guardia del terzo cerchio, il girone dei golosi. Dante lo descrive così:
«Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gola caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa…»
In questo contesto, Cerbero è la personificazione del peccato della gola: le sue tre bocche fameliche rappresentano l’eterna insaziabilità di coloro che, in vita, si sono abbandonati ai piaceri della tavola. Come punizione per i loro peccati, i golosi sono costretti a vivere immersi nel fango, e Cerbero li tormenta senza tregua, abbaiando e mordendoli incessantemente. La sua presenza in questo girone è una delle immagini più vivide e spaventose della prima cantica della Commedia, enfatizzando l’idea di un guardiano infernale incaricato di far rispettare le pene dei dannati.
Nel corso della mitologia greca, Cerbero affronta diversi eroi. Tra questi, uno dei più celebri è Orfeo, il poeta e musicista leggendario. Dopo la morte della sua amata Euridice, Orfeo decide di discendere nell'Ade per riportarla indietro. Armato solo della sua lira, Orfeo riesce ad ammansire Cerbero con il suono ipnotico della sua musica, placando la sua natura feroce e ottenendo il permesso di attraversare le soglie dell'oltretomba. Questo episodio è emblematico del potere della musica e dell’arte, che riescono a calmare anche le forze più oscure e pericolose dell'universo mitologico.
Un altro incontro significativo è quello con Eracle, che ha dovuto affrontare Cerbero come parte della sua dodicesima fatica. L'eroe greco, noto per la sua forza sovrumana e il suo coraggio, fu incaricato dal re Euristeo di catturare Cerbero e portarlo vivo sulla terra. Eracle, senza paura e senza usare armi, riuscì a domare il mostro con la sola forza fisica, incatenandolo e portandolo davanti al re, dimostrando così di essere in grado di dominare anche le creature più temibili degli Inferi.
Questo episodio, oltre a celebrare la forza fisica di Eracle, riflette un tema ricorrente nella mitologia greca: l'idea che gli eroi, attraverso il loro coraggio e la loro determinazione, possano superare ostacoli apparentemente insormontabili e confrontarsi con il paranormale e il mistero che avvolge il regno dei morti.
Cerbero presenta interessanti somiglianze con altre figure mitologiche legate al mondo dell’oltretomba. Uno dei parallelismi più significativi è quello con il dio egizio Anubi, che, come Cerbero, aveva il compito di guidare le anime dei defunti nell'Aldilà. Anubi era originariamente raffigurato come un cane con il pelo rosso, ma in epoca successiva divenne più noto come una figura umanoide con la testa di sciacallo, animale che, nella cultura egizia, simboleggiava la morte e la decomposizione.
Questo legame tra cani e la morte è una costante in molte culture, e riflette l’idea che i canidi, per la loro fedeltà e capacità di fare la guardia, siano associati alla protezione di luoghi sacri o pericolosi come l’oltretomba. Anubi e Cerbero, pur appartenendo a tradizioni culturali molto diverse, condividono un ruolo simile: entrambi sono custodi di un luogo di grande mistero, un confine tra la vita e la morte che pochi osano varcare.
Nel corso dei secoli, la figura del cane nero infernale ha dato origine a numerose leggende e racconti popolari legati al paranormale. Si narra, ad esempio, di un cane nero dagli occhi rossi che apparirebbe poco prima di tragici incidenti o morti improvvise. Questo cane spettrale, spesso associato alla figura del mietitore, avrebbe il compito di prelevare lo spirito della vittima e riportarlo nel regno dei morti, proprio come Cerbero sorvegliava l’accesso agli Inferi.
Questa leggenda ha influenzato anche la cultura popolare moderna, come dimostra la rappresentazione di Cerbero nella serie televisiva "Supernatural". In questa serie, il guardiano degli Inferi non è più una singola creatura, ma una classe di mastini spettrali chiamati cani infernali, il cui compito è quello di uccidere tutti coloro che hanno stretto un patto con i demoni dopo dieci anni dalla stipula. Questa interpretazione contemporanea di Cerbero mantiene vivo il legame tra cani e il mondo del paranormale, sottolineando il loro ruolo come messaggeri della morte e guardiani del soprannaturale.
Cerbero, nonostante il passare del tempo e il cambiamento delle tradizioni culturali, rimane una figura emblematica che incarna il mistero e il terrore legati alla morte (la famosa TANATOFOBIA di cui l'umanità è sempre stata affetta). È il guardiano ultimo, il simbolo dell'ostacolo insormontabile, della fine di ogni speranza di fuga e della punizione eterna per i dannati. Anche se nella cultura contemporanea la sua figura è meno conosciuta rispetto al passato, Cerbero continua a essere una delle rappresentazioni più potenti e affascinanti del confine tra la vita e la morte.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
Questo Sito Web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.
Alcune immagini pubblicate sono prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio, inoltre sono pubblicate su un portale web che non ha finalità di lucro.
In ogni caso, qualora qualcuna di dette immagini violasse specifici diritti di autore, si prega di comunicarcelo tempestivamente per la relativa rimozione.
Il presente sito web ha finalità esclusivamente informative e di condivisione di contenuti. Non è un negozio online (e-commerce) e non prevede la vendita diretta di beni o servizi. Qualsiasi riferimento a prodotti, marchi o servizi è puramente a scopo informativo e non implica attività di commercio elettronico."