Il ghost hunting, o "caccia ai fantasmi", è un’attività complessa e controversa, che mira a indagare e raccogliere prove dell’esistenza di fenomeni paranormali, in particolare legati alla presenza di entità conosciute come fantasmi. Tuttavia, questa pratica va ben oltre la semplice raccolta di prove visive o sonore: si basa su un’indagine sistematica, che richiede metodi rigorosi, strumenti specifici, e una predisposizione a considerare alternative razionali a ogni evento osservato.
Molti appassionati e curiosi si definiscono “ghost hunters” senza avere le conoscenze necessarie per comprendere cosa implichi realmente questa definizione. Il termine ghost hunting è spesso abusato e banalizzato, soprattutto nell’era dei social network, dove molti sedicenti ghost hunters utilizzano questa etichetta solo per ottenere visibilità online, senza seguire procedure di indagine scientificamente valide.
Secondo il dizionario Treccani, la definizione di fantasma è:
Nel contesto del ghost hunting, però, il termine viene utilizzato per descrivere manifestazioni di presenze invisibili o entità che, in teoria, continuano a esistere dopo la morte fisica. La definizione stessa di fantasma è comunque vaga e aperta a molte interpretazioni, poiché la sua esistenza non è mai stata scientificamente provata. Gli investigatori seri non devono assumere automaticamente che ogni fenomeno inspiegabile sia dovuto a un fantasma, ma devono essere aperti a ogni possibilità e cercare di raccogliere dati obiettivi.
Per condurre un’indagine accurata, i ghost hunters dovrebbero adottare un approccio sistematico e utilizzare strumenti scientifici per misurare i parametri ambientali. Questi strumenti non sono stati originariamente sviluppati per la ricerca paranormale, e solo un utilizzo consapevole e conoscenze approfondite possono garantire risultati utili. Ecco alcuni metodi e fasi che i veri investigatori del paranormale dovrebbero seguire:
Raccolta di Testimonianze: La prima fase consiste nel raccogliere informazioni sui presunti fenomeni paranormali. Parlando con testimoni diretti e indiretti, i ricercatori cercano di capire il contesto dell’evento, verificando se esistono pattern ricorrenti o dettagli specifici che possono essere di aiuto durante l’indagine.
Esclusione di Cause Naturali: Per ogni fenomeno segnalato, i ghost hunters devono tentare di escludere cause naturali o razionali, che potrebbero spiegare ciò che è stato osservato o percepito. Questa fase è essenziale per evitare interpretazioni affrettate o basate sulla pareidolia, ovvero il fenomeno per cui il cervello umano tende a riconoscere volti e forme familiari in oggetti casuali.
Ricerca Storica: Molti luoghi ritenuti infestati hanno alle spalle una storia complessa o legata a eventi drammatici. Una ricerca storica accurata può rivelare dettagli utili per comprendere se ci siano eventi o tragedie passate che possano essere collegate ai fenomeni paranormali descritti.
Ricerca Strumentale: Una volta raccolte le testimonianze e svolta l’indagine preliminare, i ghost hunters possono passare alla fase di rilevazione strumentale. Utilizzando strumenti come misuratori di campi elettromagnetici (EMF), termometri, geofoni, igrometri, e registratori audio e video, cercano di catturare possibili anomalie che potrebbero indicare attività paranormali. I misuratori EMF, per esempio, sono utilizzati per rilevare variazioni nel campo elettromagnetico che potrebbero, secondo alcuni, segnalare la presenza di entità.
Gli strumenti usati nel ghost hunting possono sembrare comuni, ma la loro efficacia dipende dalla capacità dell’investigatore di interpretarli correttamente. Tra i più comuni troviamo:
Nonostante la serietà con cui alcuni gruppi affrontano il ghost hunting, molti scettici considerano questa pratica una forma di pseudoscienza, criticando la mancanza di prove concrete e l’incapacità di replicare i risultati ottenuti. Le prove raccolte dai ghost hunters sono spesso spiegabili come fenomeni naturali o illusioni cognitive, come la pareidolia, e vi è il rischio che alcuni indagatori, anche se in buona fede, scambino per paranormale ciò che è semplicemente un malinteso percettivo.
Purtroppo, il mondo del ghost hunting è influenzato da una grande quantità di materiale sensazionalistico che ha poco a che fare con la ricerca scientifica. Numerosi sedicenti ghost hunters utilizzano queste tecniche per attirare pubblico sui social network e ottenere visibilità. Come accennato, molti di questi “cacciatori di fantasmi” improvvisati non sono realmente interessati a studiare il paranormale con serietà, ma sono mossi dal desiderio di ottenere seguaci e visualizzazioni.
Nonostante le critiche, esistono ghost hunters che si avvicinano a questa pratica con un approccio critico e razionale, rimanendo consapevoli dei propri limiti percettivi e tenendo in considerazione spiegazioni scientifiche e naturali. L’obiettivo di un vero investigatore del paranormale è documentare l’inspiegabile con serietà e rigore, rispettando il confine tra scienza e mistero.
Mentre la maggior parte delle ricerche paranormali può sembrare priva di fondamento scientifico, esistono gruppi che applicano metodologie di ricerca che, se non altro, contribuiscono a distinguere ciò che potrebbe effettivamente essere inspiegabile da ciò che ha una spiegazione razionale. Il ghost hunting, quando condotto con rigore, può fornire un’opportunità unica per esplorare fenomeni che altrimenti rimarrebbero relegati alla fantasia popolare, pur mantenendo il giusto spirito critico e la serietà investigativa.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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