Storie di fantasmi in provincia di Perugia
Paranormale e leggende della magica Umbria
L’Umbria è una regione ricca di storia, arte e cultura, ma anche di misteri e leggende che si tramandano da secoli. Tra i luoghi più affascinanti e inquietanti, ci sono il castello di Macereto e il palazzo Congiunti, due edifici che nascondono storie di fantasmi, torture e omicidi.
Il castello di Macereto si trova lungo la strada Pievaiola che collega i comuni di Piegaro e Città della Pieve, in provincia di Perugia. Arroccato su di un’altura, si staglia in mezzo ai boschi che lo circondano. Secondo le ricostruzioni storiche, all’inizio in questo luogo si trovava un comune borghetto che poi, nella prima metà del 1400, fu trasformato in un edificio fortificato. La sua funzione principale era quella di difendere il vicino paese di Piegaro, essendone un fondamentale avamposto, grazie anche alla posizione rialzata e alla vista di cui gode la torre che spazia su un’ampia parte del territorio circostante. Proprio per le opere che realizzò e per le battaglie che sostenne nel corso del XV secolo, gli abitanti di Macereto, in questi anni, chiesero e ottennero dal Papa l’estinzione di debiti, l’esenzione dalle imposte e altre agevolazioni economiche raramente concesse alla gente comune.
Ma un tragico destino spazzò via le vite e compromise il futuro della comunità: lotte intestine, cospirazioni, saccheggi, delitti feroci dei quali restano oggi delle visioni che si materializzano durante le ore notturne.
Secondo la leggenda il luogo è infestato da un esercito di soldati e cavalieri in assetto da battaglia, schierati spalla a spalla e intenti a scendere le scalinate del maniero, un plotone che suscita paura e riesce ancora a incutere terrore. I testimoni raccontano di fantasmi in arme medievali, con occhi incavati e ossa in bella mostra, usciti dalle tenebre e pronti a sfidare qualsiasi nemico.
Secondo alcune versioni, questa leggenda sarebbe legata all’omicidio di Vitellozzo Vitelli ad opera di Cesare Borgia. Vitellozzo Vitelli era un condottiero che aveva combattuto al servizio di Firenze, Venezia e dello stesso Cesare Borgia, ma che poi si era ribellato a quest’ultimo, entrando a far parte della Lega dei fuoriusciti, una coalizione di signori che si opponevano al dominio dei Borgia in Italia. Nel 1502, Cesare Borgia lo invitò a un incontro a Senigallia, con la promessa di una riconciliazione, spingendolo a cadere in una tragica imboscata. Vitellozzo Vitelli fu catturato e strangolato, insieme ad altri tre condottieri, e il suo corpo fu esposto nudo sulla piazza. Si dice che i suoi uomini, che erano accampati a Macereto, vennero a sapere della sua morte e si prepararono a vendicarlo, ma furono sorpresi da un attacco notturno dei Borgia e massacrati. Da allora, i loro spiriti non avrebbero trovato pace e continuerebbero a ripetere la loro marcia verso la vendetta.
Secondo altre ricostruzioni, invece, l’origine di tutto sarebbe da collocare più genericamente nel XV secolo, in un’epoca di incursioni e saccheggi. Un manipolo di combattenti avrebbe difeso strenuamente il castello da un assalto nemico, pagando con la vita. Sarebbero proprio questi valorosi soldati ad abitare ancora quel posto, ma sotto forma di figure immateriali, misteriose e anche spaventose.
Il palazzo Congiunti si trova a Monteleone di Spoleto, un piccolo comune in provincia di Perugia. Si tratta di un edificio rinascimentale, costruito nel XVI secolo dalla famiglia Congiunti, una nobile casata originaria di Spoleto. Il palazzo ospitava originariamente un tribunale dell’inquisizione e una prigione, dove molti furono torturati e uccisi. Si racconta che si possano ancora udire le urla e i lamenti strazianti delle vittime, e che si possano vedere le loro ombre strisciare furtivamente sulle pareti.
Ma la leggenda più famosa riguarda il fantasma di una bambina, che sarebbe stata uccisa durante un rastrellamento di cittadini ebrei da parte dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Pare che ogni anno, allo scoccare della mezzanotte del 23 luglio, si sentirebbero le sua urla strazianti: questa data coinciderebbe con quella della morte della piccola vittima della mostruosa società dell'epoca, forse non tanto diversa da quella contemporanea.
Secondo alcuni testimoni, la bambina si chiamava Sara e aveva 8 anni. Era figlia di un medico ebreo che si era rifugiato a Monteleone di Spoleto per sfuggire alle persecuzioni razziali. Il 23 luglio 1944, i nazisti fecero irruzione nel paese e catturarono tutti gli ebrei che vi si trovavano. Tra questi c’era anche Sara, che fu portata via insieme al padre e ad altri prigionieri. Durante il tragitto verso il campo di concentramento, il camion che li trasportava fu attaccato dai partigiani, che cercarono di liberare i deportati. Nella sparatoria, Sara fu colpita da una pallottola e morì tra le braccia del padre, che le sussurrò: "Non piangere, Sara, ti aspetterò in paradiso".
Da allora, il suo fantasma si aggirerebbe per il palazzo Congiunti, dove aveva vissuto con la sua famiglia, cercando il padre e chiedendo aiuto. Molti abitanti del paese affermano di averla vista o sentita, e alcuni dicono anche di aver provato a consolarla, ma senza successo. Altri invece ritengono che si tratti solo di una leggenda, nata per ricordare la tragedia degli ebrei di Monteleone di Spoleto, che furono tutti deportati e uccisi nei campi di sterminio6.
In sintesi, ritengo che il castello di Macereto e il palazzo Congiunti siano due dei luoghi più misteriosi della provincia di Perugia, circondati da un impenetrabile alone di mistero di mistero. Entrambi sono testimoni di eventi tragici e violenti, che hanno lasciato un’impronta indelebile nel tempo e nello spazio. Visitandoli, si può provare a entrare in contatto con il passato e con le sue ombre.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
Questo Sito Web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.
Alcune immagini pubblicate sono prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio, inoltre sono pubblicate su un portale web che non ha finalità di lucro.
In ogni caso, qualora qualcuna di dette immagini violasse specifici diritti di autore, si prega di comunicarcelo tempestivamente per la relativa rimozione.