Avete mai sentito parlare dei folletti? Il credo proprio di sì, quindi cercherò di fornire qualche interessante informazione in merito a questi buffi e discoli esserini che da secoli animano il folclore italiano. I folletti, spesso considerati gli spiriti della natura, sono creature leggendarie che affascinano e intrattengono, offrendo un senso di meraviglia e mistero. Questi esseri sono presenti in numerose leggende italiane, avvolte in un velo di mistero che rapisce sia grandi che piccini.
Secondo le descrizioni più diffuse, i folletti sarebbero esseri molto piccoli, alti dai 25 ai 50 cm, burloni, agili e sfuggevoli, capaci di volare e di rendersi invisibili. Hanno arti esili e un corpo tozzo, orecchie a punta, e spesso portano una folta barba, una vocina stridula, un vistoso cappello e un bastone. L'origine della figura folcloristica è incerta; secondo alcuni studiosi, è da rintracciare nel culto dei Lari, geni (spiriti) della casa venerati nell'antica Roma.
Nel folclore europeo, i folletti condividono caratteristiche fisiche e comportamentali con altri esseri simili, come:
Talvolta il termine “folletto" viene utilizzato per identificare l'insieme degli esseri sopra riportati e tanti altri appartenenti al cosiddetto piccolo popolo. Generalmente, i folletti si celano alla vista degli esseri umani, rintanandosi nei boschi, specialmente se di conifere, e presso le cascine abbandonate, solitamente in zone isolate.
I folletti sono noti per il loro carattere burlone e per la loro capacità di far dispetti agli uomini. Si dice che appaiano principalmente di notte per divertirsi facendo scherzi e giocando con gli animali nelle stalle, in particolare con i cavalli. Questi spiritelli sono famosi per scompigliare i capelli delle belle donne e per suggerire loro parole volgari durante il sonno. Inoltre, sono spesso considerati i responsabili del disordine che i contadini trovano nei loro depositi di attrezzi agricoli.
La maggior parte delle testimonianze sui folletti proviene dalla Bretagna, anche se il folclore italiano ne conserva un numero sufficiente, tanto da convincere alcuni a scrivere opere come "Folletti e Fate d'Italia", pubblicato prima con Uno Editori e poi con Quantico Edizioni. Nonostante possano essere facilmente confusi con nani e gnomi, i folletti si distinguono per la loro malizia, la loro risata stridula e la loro grande suscettibilità. Fare arrabbiare un folletto potrebbe portare a conseguenze nefaste, persino alla morte.
La prima descrizione dei folletti risale a Gervasio di Tilbury, un giurista e scrittore inglese, che nel 1210 parlò di "nuitons", uno spirito benevolo e potente, ma anche permaloso, tipico del folclore francese. Secondo la sua descrizione, questi esseri avrebbero l'aspetto di vecchietti ridenti, vestiti di stracci cuciti insieme e alti meno di 2 cm.
Nel corso degli anni, le descrizioni dei folletti sono variate, fino a identificarne alcuni alti anche 50 cm, pur mantenendo una folta barba e capelli scompigliati. La loro attitudine nei confronti del vestiario è considerata povera e semplice, tanto che alcuni li descrivono come "vestiti di vecchi stracci". Questo è curioso, soprattutto considerando che i folletti sono guardiani di immensi tesori. Si può quindi supporre che non abbiano interesse per la ricchezza materiale, disinteressandosi del vestiario e indossando ciò che capita.
Claude Lecouteux, un filologo e medievalista francese, cita una leggenda del XIX secolo riguardante un folletto che si occupava del cavallo grigio di un contadino. Un valletto li sorprese durante il lavoro e decise di rivelare la loro presenza al proprietario della bestia. Il contadino, per ringraziarli, offrì loro abiti nuovi, notando che quelli che indossavano erano vecchi e malandati. Da quel momento, i folletti non riapparvero mai più.
I folletti, secondo le leggende più diffuse, possiedono un carattere ambiguo e mutevole. Odierebbero essere chiamati, e punirebbero coloro che si ostinano a cercarli per osservarli. È interessante notare che sembra fondamentale per loro non rivelare la loro presenza agli esseri umani, ritenendoli indegni di conoscere le "cose segrete" alla base della creazione, di cui essi stessi fanno parte.
La loro asocialità, sebbene sia un termine probabilmente improprio, è nota fin dal Medioevo, come dimostra una storia narrata da Maria di Francia. In essa si racconta di un folletto catturato da un contadino, il quale sarebbe stato pronto a donargli qualsiasi cosa pur di convincerlo a non rivelare a nessuno la sua esistenza.
I folletti sono associati a numerose altre caratteristiche e poteri che rendono queste creature affascinanti. Tra le loro peculiarità più note, troviamo:
I folletti sono certamente tra gli esseri più presenti nel folclore della nostra bella Italia. La loro presenza è un tesoro culturale che rischia di sparire dai nostri ricordi e dal nostro presente. Per questo motivo, è fondamentale salvaguardare e valorizzare queste figure mitologiche, che continuano a trasmettere un senso di magia e avventura.
Le storie di folletti e creature simili possono essere trovate in molte regioni italiane, ognuna con le proprie varianti e leggende. In Lombardia, ad esempio, si racconta di piccoli spiriti che vivono nei boschi e proteggono gli alberi. In Campania, le tradizioni popolari parlano di esseri che aiutano i contadini nei campi.
In conclusione, i folletti rappresentano una parte importante della tradizione e del folclore italiano. Queste creature affascinanti e misteriose ci ricordano l'importanza della natura e dei legami che esistono tra gli esseri umani e il mondo che ci circonda. La loro figura continua a ispirare storie e racconti, e la loro leggenda vive nei cuori di chi ama la cultura e le tradizioni locali. È fondamentale mantenere viva la memoria di queste creature, affinché non vengano dimenticate e possano continuare a incantare le generazioni future.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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