Il Castello di Pizzo Calabro, oltre a essere una testimonianza storica della dominazione aragonese in Calabria, è avvolto in un’aura di mistero, legata alla figura di Gioacchino Murat. La sua tragica morte avvenuta nel 1815 ha dato vita a numerose leggende, rendendo il castello uno dei luoghi più suggestivi per racconti di apparizioni e fenomeni paranormali. Secondo gli abitanti di Pizzo, lo spirito inquieto di Murat ancora oggi si aggira tra le mura della fortezza e tra le navate della Chiesa di San Giorgio.
Gioacchino Murat, dopo essere stato catturato a seguito del fallito tentativo di riconquistare il Regno di Napoli, fu imprigionato nel Castello di Pizzo per ordine di Ferdinando IV di Borbone. Il 13 ottobre 1815, venne giustiziato senza possibilità di appello. Tuttavia, il luogo della sua sepoltura rimane un mistero. Alcuni affermano che il suo corpo giaccia in una fossa comune nella Chiesa di San Giorgio, altri sostengono che il suo cadavere sia stato gettato in mare. Ciò che è certo, però, è che queste circostanze misteriose hanno alimentato la leggenda del suo spirito inquieto.
Le voci sul fantasma di Murat hanno preso piede sin dai giorni immediatamente successivi alla sua esecuzione. Gli abitanti raccontano che il suo spirito non abbia mai trovato pace e che, ancora oggi, la sua presenza si faccia sentire nel castello e nelle vicinanze della Chiesa di San Giorgio, che lo stesso Murat aveva fatto restaurare qualche anno prima della sua morte.
Particolarmente famosa è la leggenda legata alla Chiesa di San Giorgio, dove alcune persone avrebbero avvistato il fantasma di Murat. Il suo spirito appare coperto di un mantello di ermellino, lo stesso che indossava come sovrano, e si dice che cammini tra le navate della chiesa durante le ore più oscure della notte. Diverse persone hanno raccontato di aver visto una figura fluttuare silenziosamente nell'aria, e si narra che rumori di catene e lamenti soffocati si sentano provenire dal pavimento della navata centrale, quasi come se lo spirito chiedesse vendetta.
Non mancano testimonianze di fenomeni paranormali: pare che, di tanto in tanto, la chiesa si illumini improvvisamente senza spiegazione, e voci provenienti dall'oltretomba - presumibilmente, ma ovviamente senza prove scientifiche a conferma di tali ipotesi suggestive - rimbombino tra le sue mura, pronunziando parole incomprensibili. Gli abitanti del posto raccontano che una donna, mentre pregava nella chiesa, abbia visto la figura spettrale di Murat apparire dinanzi a lei, un'immagine fugace e terrificante che lasciò un segno indelebile nella sua memoria, anche se c'è da chiedersi come abbia potuto riconoscere il personaggio storico da una semplice, presunta apparizione (ipoteticamente parlando, sarebbe potuto essere chiunque).
Un altro fenomeno leggendario legato al fantasma di Murat è quello che gli abitanti di Pizzo chiamano la "tempesta di Giacchinu". Si dice che, ogni anno, alla stessa ora e nello stesso giorno in cui la flotta di Murat venne sorpresa da una violenta tempesta, il cielo sopra Pizzo si animi di lampi e tuoni. Questa tempesta, che appare in modo inspiegabile, è considerata un segno della presenza inquieta dello spirito di Murat, che continua a manifestarsi, evocando le sue disavventure in mare e il tragico epilogo della sua vita. Probabilmente si tratta di una rielaborazione popolare del racconto legato all'ora della morte del Cristo, quando il cielo si oscurò, si scateno una tempesta e un terremoto.
Ma è proprio il Castello di Pizzo a essere il vero teatro delle manifestazioni spettrali. Lì, dove Murat trascorse i suoi ultimi giorni, si racconta che ancora oggi si possano sentire passi pesanti risuonare lungo i corridoi deserti della fortezza. La sua anima, intrappolata tra il mondo dei vivi e quello dei morti, sembra non riuscire a lasciare il luogo della sua tragica fine.
Alcuni visitatori del castello (non si riesce mai a risalire alla loro identità) affermano di aver sentito il freddo improvviso scendere sulle stanze, segno, secondo le credenze popolari, di una presenza soprannaturale. Altri raccontano di aver visto ombre muoversi sui muri del castello, come se lo spirito di Murat li osservasse dall'aldilà. Nonostante il passare degli anni, queste storie continuano a tramandarsi di generazione in generazione, rendendo il Castello di Pizzo non solo un sito storico, ma anche uno dei luoghi più inquietanti d’Italia.
Infine, alcuni abitanti di Pizzo sono convinti che una maledizione aleggi sul castello e sui suoi dintorni, una maledizione lanciata da Murat nei suoi ultimi momenti di vita. La leggenda narra che, prima di essere giustiziato, Murat avrebbe maledetto i suoi nemici e il luogo della sua prigionia, giurando che la sua anima non avrebbe mai trovato pace finché non fosse stata fatta giustizia. Questa maledizione sarebbe la causa dei numerosi fenomeni paranormali che continuano a tormentare il castello e i suoi visitatori.
La figura di Gioacchino Murat è ancora oggi avvolta nell'ombra, e il suo spirito inquieto, secondo la leggenda, continua a vagare tra le mura della fortezza e le navate della Chiesa di San Giorgio, in cerca di vendetta o forse di un riposo eterno che sembra non arrivare mai.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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