Alla ricerca degli esseri fatati

Alieni del piccolo popol

Gli spiriti della natura, guardiani dei boschi e della vita

Cosa è il piccolo popolo?

Folclore: il piccolo popolo


Chi non ha mai sentito parlare di fatine, trol, gnomi e folletti?
Il folklore, o folclore come dir si voglia, ci tramanda storie incredibili ed al limite del fantastico su questi esseri che un tempo furono i protagonisti indiscussi di miti e leggende narrate dai nonni ai loro nipoti nelle fredde serate invernali, magari seduti accanto la giocosa fiamma di un camino tra caldarroste per i fanciulli e buon bicchiere di vino rosso per gli adulti.
Questi esseri dunque esistono in relazione alla nostra cultura, poiché "vivono", senza ombra di dubbio, nella nostra arte, nella nostra letteratura, nella nostra fantasia, nei ricordi dell'infanzia, nelle nostre antiche tradizioni fortunatamente mai del tutto cancellate dal materialismo imperante che tende a distruggere le tradizioni popolari in nome del nuovo dio del progresso.
Sidhe è la parola gaelica che indica il piccolo popolo, composto appunto da folletti, fate, elfi, gnomi e tantissime altre creature dai tratti misteriosi ed affascinanti.
Curioso è notare che il termine Sidh indica invece l'oltretomba celtico, un mondo parallelo abitato dagli spiriti dei defunti e le divinità, analogamente a quello abitato dagli spiritelli oggetto di questo articolo.
La domanda che tutti si pongono è la seguente: ammesso che questi esseri siano reali, sono da considerarsi esseri spiritici (spiriti nel senso volgare del termine) o esseri materiali in grado di rendersi invisibili e quindi vivere nascosti dagli sguardi umani?
Certo la seconda ipotesi sarebbe più affascinate in quanto renderebbe più fattibile una ricerca intesa come esplorazione delle possibili aree ove tali esseri potrebbero dimorare.
Osservazioni satellitari, tecnologie in grado di scandagliare i fondali marini e persino il sottosuolo terrestre, tutto ciò renderebbe estremamente difficile a questi esseri di passare inosservati, in pratica qualcuno li avrebbe già individuati da un pezzo. A meno che, come alcuni sostengono, non abbiano sviluppato forme di società basate sulla vita in caverne sotterranee, troppo profonde per poter essere esplorate dalla nostra tecnologia o da spedizioni speleologiche.
Del resto le leggende su città e mondi sotterranei sono numerose almeno quanto quelle sul piccolo popolo, basti ricordare il celeberrimo romanzo "Viaggio al centro della terra" di J. Verne, e le mille teorie sulla civiltà sotterranea di "Agartha".
Se invece fossero creature spiritiche, intese nel modo volgare, esse sarebbero certamente in grado di rendersi visibili o invisibili a loro piacimento, dimorando in una dimensione alternativa alla nostra (regno degli spiriti appunto) e quindi irraggiungibile dagli esseri umani e, forse, dalla loro tecnologia.
Esiste però una terza ipotesi che potrebbe in qualche modo essere considerata come punto di unione tra le due congetture precedentemente riportate, per mezzo della quale potremmo considerare questi esseri quali forme di vita “aliene”.
Il termine “Alieno”, ossia estraneo ad una data realtà, giustificherebbe sia esseri extra-terresti (ma originari di un altro pianeta del nostro universo; sia esseri extra-dimensionali, ossia appartenenti ad un altro cronotopo (spazio-tempo).
In ogni caso sarebbero in grado, come ci tramandano le numerosissime leggende, di rendersi invisibili all'occhio umano e di attraversare la materia, caratteristiche che li renderebbero tanto
sfuggevoli e che alimentano il folklore popolare.

Gli alieni del piccolo popolo, i folletti.

Fate, gnomi, folletti, goblin, sono descritti come esseri minuscoli, abitanti dei boschi e dei luoghi impervi ed isolati, ergo impegnati costantemente a celare la loro presenza agli occhi del genere umano.

Nel libro “Strange reatures from Time and Space” (1975), John A. Keel afferma che numerose tribù indiane, negli Stati Uniti e nel Canada occidentale, tramandano storie aventi come protagonisti piccoli uomini che sarebbero soliti recarsi presso particolari fiumi o laghi al fine di procurarsi dell'acqua.
Tali luoghi sono stati poi considerati “sacri” dai popoli che tramandano questi racconti.
Queste testimonianze, confrontate con storie simili provenienti dall'Europa e dall'Asia (soprattutto dal Giappone), non fanno altro che alimentare le mie convinzioni legate ad una reale esistenza di questi esseri, chiamati in maniera differente solo in virtù della diversa cultura propria dei popoli che di volta in volta con loro sono venuti a contatto.
Ritengo doveroso ricordare che esistono anche teorie che vorrebbero queste leggende legate all'esistenza di esseri umani che avrebbero seguito una diversa linea evolutiva, adattandosi a vivere nei boschi e nelle caverne, diventando agilissimi e capaci di vedere al buio, ma di statura piccolissima, all'incirca quella di un bambino di 10 anni.
Tali ipotesi, per quanto affascinanti, le ritengo distanti dalle leggende su fate e folletti, infatti non vedo come questi “secondi umani”, lasciatemi passare il termine, possano essersi evoluti in modo tale da rendersi totalmente invisibili all'Homo Sapiens Sapiens e alla sua tecnologia.
Ritornando alla mia ipotesi inerente alla probabile origine aliena degli esseri appartenenti al piccolo popolo, vorrei citare alcune caratteristiche che l'ufologia attribuisce ad alcune razze aliene.
I grigi bassi vengono descritti come umanoidi di bassa statura (1 metro circa), snelli, completamente glabri e con la pelle di un colore grigio pallido (da cui il nome). Avrebbero grandi teste allungate, enormi occhi a mandorla ricoperti da una membrana nera, piccole bocche prive di labbra, arti lunghi ed esili e mani con quattro dita.
Ovviamente esistono decine di descrizioni relative ad altrettante razze aliene, ma il Professor David Jacobs, docente di storia alla Temple University, ritiene che tra le presunte razze aliene il tipo somatico dei Grigi sia l'unico a poter essere ritenuto credibile, mentre le altre razze sarebbero da ritenere frutto di errori o mistificazioni.
Nella tradizione popolare il folletto è raffigurato generalmente come un essere piccolo, burlone, dagli arti esili ed estremamente sfuggente, capace di volare e di rendersi invisibile. Indosserebbe sempre un copricapo a punta, caratteristica che lo contraddistingue da qualsiasi altra creatura folkloristica.
Perché questo esserino dispettoso dovrebbe essere così legato al suo cappello? forse per nascondere il fatto che il suo cranio sia in realtà allungato posteriormente così come lo è quello degli alieni?
I folletti sono descritti spesso come creature vestite con abiti simili a quelli monacali, con tanto di cappuccio, caratteristica che ha fornito il nome al folletto più famoso del folklore italiano: “O Monaciell” (piccolo monaco).
Tali abiti potrebbero assolvere all'importante funzione di protezione di chi li indossa, infatti se si accettasse l'idea di esseri alieni nascosti nei boschi e poi scambiati per spiriti della natura, è lecito supporre che questi, oltre che a celare il loro aspetto, proteggano la loro pelle non adatta all'esposizione prolungata al sole o agli altri agenti atmosferici.
Ritengo estremamente importante considerare le similitudini tra le descrizioni folkloristiche dei folletti e quelle presenti in alcune testimonianze facenti parte delle ricerche ufologiche.
Considerando anche la paleo-astronautica e la possibilità di visite aliene molto antiche, e magari di incidenti precedenti a quello più noto di Roswell, non dovrebbe essere difficile immaginare la possibilità che queste razze aliene si siano non solo adattate a vivere su questo pianeta ma abbiano più volte tentato contatti più o meno pacifici con gli esseri umani, dando origine alle numerose storie sui temuti e rispettati folletti o sugli altri esseri descritti come appartenenti al piccolo popolo.


MARIO CONTINO

Mario Contino | Alieni del piccolo popol

Per maggiori informazioni, contatta l'autore

Mario Contino

unsplash