Il termine vudù, o voodoo, è una delle forme di stregoneria più potenti conosciute nel mondo occidentale, capace di dar vita a maledizioni che spesso causerebbero la morte delle vittime designate. Nella nostra immaginazione, la parola evoca immagini inquietanti: feticci orripilanti, bambole infilzate con spilloni maledetti, teschi deformi e rituali magico-religiosi celebrati in luoghi remoti della giungla haitiana, davanti a entità demoniache. Questa rappresentazione è stata alimentata da film e serie TV di genere horror, che contribuiscono a diffondere l’idea di una potentissima magia nera.
Tuttavia, ciò che molti ignorano è che il vudù è una filosofia religiosa importata dall’Africa nel XVI secolo dagli schiavi deportati ad Haiti, trasformandosi in seguito grazie all’influenza della religione cattolica praticata dai coloni francesi.
Gli antichi rituali vudù si sono evoluti, assorbendo alcuni aspetti cerimoniali della nuova religione senza perdere la loro essenza pagana. Secondo la filosofia vudù, la realtà percepita è un’illusione, e dietro essa operano forze spirituali potenti e invincibili, che potremmo considerare divinità o demoni. In questa visione, elementi naturali come gli alberi diventano templi sacri, le malattie sono interpretate come conseguenze di castighi divini o maledizioni, e i crocicchi diventano punti di contatto tra gli uomini e gli spiriti.
Tra gli spiriti vudù più importanti c’è Legba, il mediatore tra gli uomini e gli altri spiriti. Le principali divinità, chiamate Loa, includono:
Esistono anche divinità minori, note come Petro, e gli spiriti dei defunti che possono entrare in contatto con i vivi per vari motivi.
I rituali vudù sono complessi e richiedono un’elevata preparazione. Non si limitano all’evocazione degli spiriti; è essenziale che gli spiriti possano possedere il corpo dello stregone per operare nel mondo fisico. Questo ha portato molti studiosi, in particolare teologi cattolici, a paragonare le divinità vudù ai demoni del cristianesimo.
Le cerimonie si svolgono generalmente il sabato sera in un tempio chiamato Houmfor, situato in un luogo segreto nella foresta, dove si trovano reliquie sacre. Qui, il sacerdote, chiamato Houngan se è uomo, o Mambo se è donna, inizia il cerimoniale recitando preghiere e tracciando simboli magici, noti come Veves. Questi simboli sono riconosciuti da ogni essere evocato e fungono da firme di richiamo.
Durante il rituale, i partecipanti cantano e danzano, offrendo animali in sacrificio agli dei. Se il rituale ha successo, il Loa si manifesterà, possedendo il corpo di alcuni partecipanti, i quali inizieranno a muoversi in modo incontrollato, a parlare lingue incomprensibili e a tracciarsi strani simboli prima di svenire, dimostrando così la sua volontà di acconsentire alla richiesta formulata.
Il vudù comprende pratiche che nascondono aspetti oscuri e misteriosi, spesso incomprensibili a chi non lo pratica. A società segrete vudù, note come Sette Rosse, vengono attribuite pratiche terribili, quali delitti rituali, cannibalismo e magia nera. In questi casi, gli stregoni, distinti dai sacerdoti e chiamati Bokos, invocano Baron Samedi per compiere malefici di morte dietro compensi.
Si deve davvero temere la magia vudù? In un certo senso, sì. Walter B. Cannon, fisiologo dell’Università di Harvard, in un rapporto intitolato Morte Vudù, ha descritto un particolare processo psico-fisico attraverso il quale un credente vudù che crede di essere stato colpito da un maleficio potrebbe ammalarsi e morire di paura. Si tratta quindi di una morte autoindotta, ma comunque reale, risultante da un rituale che si basa sulle credenze.
In conclusione, il vudù è un sistema complesso e affascinante di credenze e pratiche. La sua rappresentazione nella cultura popolare spesso distorce la realtà, riducendolo a una forma di magia nera. Tuttavia, per chi lo pratica, il vudù rappresenta una connessione profonda con forze spirituali, una ricerca di comprensione e una filosofia di vita. Pertanto, è sempre meglio trattare il vudù con rispetto e cautela, al di là delle concezioni mistica o scientifica che se ne possa avere. La sua ricchezza culturale e storica invita a un approfondimento che va oltre le semplici credenze superstiziose.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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