L'uomo punito da Gesù Cristo

L'ebreo errante

L'eterno vagabondo

Tra mito e leggenda

L'ebreo errante che attenderebbe il ritorno del Messia

L’ebreo errante è una figura misteriosa ed ambigua che da secoli affascina gli studiosi di misteri e leggende. É il protagonista di un racconto popolare di origini europee che, come la maggior parte delle leggende giunte fino ai nostri giorni, si diffuse a partire dalla prima metà del Medioevo.
Si tratterebbe di un uomo, ovviamente ebreo, del quale si ignorano le generalità ma che, secondo la storia, schernì Gesù durante la sua Passione, non avendo riconosciuto in lui il messia, il figlio del Dio vivente.
Per tal motivo Gesù stesso lo avrebbe maledetto, costringendolo a vagare per sempre sulla terra, senza riposo, da immortale fino al giorno del giudizio.
Che Gesù Cristo avesse potuto maledire un uomo per un qualsiasi motivo lo dubito fortemente, del resto ciò si scontrerebbe con la stessa figura di Gesù descritta nei Vangeli canonici, ma fingiamo che ciò possa essere realmente accaduto (del resto Gesù era vero uomo e vero Dio, secondo i dogmi cristiani, e da uomo magari poté fare anche questo in un attimo di ira).

Le caratteristiche dell’ebreo errante variano a seconda delle differenti versioni del racconto: a volte si dice sia un antico calzolaio di nome Assuero o Isaac Laquedem, o un mercante di Gerusalemme, a volte una guardia dei sommi sacerdoti. In altre versioni della leggenda sarebbe stato un custode del palazzo di Ponzio Pilato chiamato Cartaphilus.
Per molti comunque, al di là del suo reale nome o delle sue origini, incarnerebbe colui che, in ultima istanza, non avendo soccorso il Cristo sofferente, fu costretto a vagare per sempre.

La leggenda si basa su alcuni passi del Vangelo secondo Matteo (16, 28) e di Giovanni (21, 23), dove si accenna ad un discepolo che non morirà mai.
Matteo (16, 28): «Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell'uomo con il suo regno».

Nei secoli successivi numerose furono le interpretazioni in merito tuttavia, l’ipotesi di un “ebreo errante” fu dichiarata eretica da Tertulliano nel III secolo.
L’errante ricompare poi in molti scritti: nel VI secolo, il monaco bizantino Giovanni Mosco ci testimonia che molte sono le leggende per le quali l’ebreo errante in realtà potrebbe essere Malco, la guardia del sommo sacerdote al quale Pietro apostolo, durante l’ Arresto di Gesù, recise l’orecchio con la spada, quindi risanato da Gesù stesso.
Sarebbe la stessa guardia che, poco dopo, in Giovanni 18,19, percuoterebbe Gesù: violento e irriconoscente al Cristo, sarebbe quindi costretto a errare per sempre.
Una cronaca anonima di un monaco cistercense del convento italiano di Santa Maria di Ferraria a nord di Caserta, nell’allora Regno di Napoli, riferisce che nel 1223 sarebbero passati dei pellegrini europei. Questi testimoniarono d’aver incontrato, in Armenia, Quendam Judaeum - un ebreo (la cui stessa leggenda gli attribuì il nome Cartafilo) che vagava da secoli per l’ Europa. Durante la Passione, Gesù gli avrebbe detto: «ego vado et tu expectabis me donec revertar» (tradotto: io vado e tu mi aspetterai fino al mio ritorno).

La leggenda dell’ebreo errante si diffuse rapidamente in tutta Europa, dando origine a numerose varianti e adattamenti, fu oggetto di opere letterarie, artistiche e musicali. L’ebreo errante è un personaggio che sfida il tempo e lo spazio, che testimonia la storia dell’umanità e che interpella la coscienza di chi lo incontra.
Siete sicuri di non averlo mai incontrato?

MARIO CONTINO

Mario Contino | L'ebreo errante

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