Nel mondo moderno, siamo spesso bombardati dall’espressione "la comunità scientifica", una sorta di entità astratta che sembra avere il potere di determinare ciò che è vero e ciò che non lo è, specialmente nei dibattiti pubblici riguardanti salute, ambiente e tecnologia. Tuttavia, c'è una verità di fondo che vanifica questa visione consolidata: la comunità scientifica, come organo decisionale unico e autoritario, non esiste.
In realtà, la scienza è un processo dinamico, fatto di dialogo, ricerca, errori e progressi, in cui ogni scienziato, che lavori secondo il metodo scientifico, ha un ruolo importante. Tuttavia, la narrazione giornalistica della "comunità scientifica" come entità monolitica e infallibile non solo è imprecisa, ma può anche essere pericolosa in quanto mezzo sfruttato per pilotare le masse verso il pensiero unico.
Quando si parla di scienza, è facile immaginare un organo centrale che controlli e decida cosa è scientificamente valido e cosa non lo è. Una specie di autorità universale che, seppur invisibile, stabilisce quali scoperte sono da accettare e quali da respingere. Ma la verità è che non esiste un’autorità centrale o un organo decisionale che definisca cosa sia scientificamente corretto. La scienza è un campo ampio e diversificato, composto da innumerevoli discipline che interagiscono tra loro, ma che non sono governate da una singola istituzione o da un’unica figura di autorità.
La scienza è il prodotto di molteplici persone, ognuna con le proprie competenze, metodologie e approcci. Questo significa che, sebbene esistano delle riviste scientifiche e delle conferenze che possono fungere da "intermediari" tra la comunità scientifica e il pubblico, non esiste una "voce ufficiale" che rappresenti tutta la scienza. I singoli ricercatori, le università e le istituzioni scientifiche sono liberi di esplorare, scoprire e proporre nuove teorie e modelli, senza che qualcuno imponga una "verità" assoluta.
Inoltre, la scienza è per sua natura un campo in evoluzione, dove le teorie sono continuamente messe alla prova e, talvolta, rivedute o confutate. Quindi, stabilire una verità scientifica definitiva è un concetto problematico. La scienza non è dogmatica; è un processo in cui le affermazioni vengono continuamente verificate e rivedute.
La comunità scientifica, così come viene comunemente intesa, sembra spesso escludere voci dissidenti o minoritarie. Tuttavia, ogni scienziato, a prescindere dal suo status accademico o dalla sua affiliazione, merita attenzione e rispetto, purché operi seguendo il metodo scientifico.
Il metodo scientifico non è una questione di autorità, ma di processo. Si tratta di un approccio sistematico per raccogliere dati, formulare ipotesi, fare esperimenti e trarre conclusioni. Quando un ricercatore lavora con questo metodo, indipendentemente dalla sua posizione nella "gerarchia" scientifica, i suoi risultati dovrebbero essere presi in considerazione. La scienza dovrebbe essere inclusiva, non elitaria come invece si dimostra essere negli ultimi anni. Dopotutto, molte delle scoperte più importanti nella storia della scienza sono state fatte da ricercatori non convenzionali o da outsider che hanno sfidato le opinioni prevalenti.
Un esempio emblematico di come la scienza possa essere influenzata da chi ha più risorse o potere, piuttosto che dal rigore del metodo, è il caso dei "casi dissidenti". Spesso, quando un ricercatore propone un'idea che sfida il pensiero corrente, può essere ostracizzato o ignorato dalla comunità scientifica dominante (che ricordiamo valere quanto il due di picche se non fosse per le multinazionali e le organizzazioni paragovernative che sovvenzionano certi ricercatori venduti). In realtà, queste voci dissidenti sono essenziali per il progresso scientifico, poiché portano nuove prospettive e sollevano domande che potrebbero rivelarsi fondamentali per nuove scoperte.
La scienza non dovrebbe mai essere una questione di "verità assolute", ma un processo aperto e in continua evoluzione. Il dibattito costruttivo e il contraddittorio sono elementi essenziali di questo processo. La scienza, nella sua essenza, è la ricerca di verità attraverso la sperimentazione, l'osservazione, la discussione e l'analisi critica. Tuttavia, ciò che stiamo assistendo oggi in alcuni contesti è una riduzione del dibattito scientifico a posizioni predefinite, spesso imposte da interessi economici e politici.
In alcuni casi, grandi potenze economiche, industrie e gruppi di interesse decidono cosa è scientificamente valido e cosa non lo è, in base a ciò che è conveniente per i loro affari. Un esempio evidente è quello dei lobby industriali che, tramite il finanziamento di ricerche, influenzano le conclusioni di studi scientifici, orientandoli verso risultati che avvantaggiano i loro stessi interessi. Piuttosto che incoraggiare il contraddittorio e la ricerca indipendente, questi gruppi cercano di "definire" cosa è scientificamente accettabile, sfruttando il peso della cosiddetta "comunità scientifica" per legittimare le proprie affermazioni.
La frase "secondo la comunità scientifica" viene spesso usata in modo ambiguo e generico per chiudere il dibattito e stabilire che un dato tema sia già stato risolto. Tuttavia, come abbiamo detto prima, non esiste una comunità scientifica che possa fare una dichiarazione unanime su un argomento. Esistono diverse scuole di pensiero, approcci differenti e visioni contrastanti che convivono nel mondo scientifico, e il vero progresso avviene proprio quando queste divergenze vengono esplorate e discusse liberamente.
Un aspetto preoccupante ed oscuro che emerge da questa dinamica è la manipolazione della percezione pubblica attraverso il concetto di "consenso scientifico". Le grandi potenze economiche o i governi, talvolta, si nascondono dietro l’idea di un consenso scientifico univoco per giustificare decisioni politiche o economiche, come nel caso di alcune politiche sanitarie, ambientali o industriali.
Un esempio può essere il caso delle ricerche finanziate dalle grandi aziende del settore farmaceutico o energetico. Spesso, questi gruppi industriali hanno le risorse per influenzare i risultati delle ricerche, o per finanziare quelle che sostengono le loro posizioni. In questo modo, le conclusioni della ricerca scientifica non riflettono più una ricerca libera e indipendente, ma piuttosto una visione modellata da chi ha il potere economico. E quando il "parere della comunità scientifica" viene usato per avvalorare una posizione, viene quasi sempre dato per scontato, senza discutere gli interessi e i condizionamenti che potrebbero esservi dietro.
Se qualcuno osa ribellarsi, GIUSTAMENTE, a queste macchinazioni subdole, viene definito complottista o peggio, ed emarginato socialmente grazie ad un'etichetta che trasforma un VERO scienziato in una persona non degna di considerazione.
Va quindi puntualizzato, ancora una volta, che la comunità scientifica, come la vediamo oggi, non esiste. Non esiste un'entità monolitica che decida cosa è giusto e cosa è sbagliato; Ogni scienziato che lavora nel rispetto del metodo scientifico merita attenzione e rispetto. La scienza, per essere utile alla società, deve essere un campo aperto al dibattito, alla critica e alla revisione, lontano da influenze esterne che ne possano manipolare i risultati per fini economici o politici.
Il "consenso scientifico" non deve essere usato come una clava per sopprimere la libertà di pensiero e il contraddittorio. La vera scienza è quella che stimola la curiosità, la ricerca, e il continuo miglioramento della nostra comprensione del mondo, piuttosto che quella che cerca di imporre una verità unica e indiscutibile.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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