Il gatto nero non porta iella
Ancora oggi, numerosissime sono le superstizioni legate al gatto nero, specialmente in Italia, dove è spesso considerato portatore di sventura e addirittura messaggero di morte. Tali credenze affondano le radici nell'ignoranza dei secoli passati, persistendo ostinatamente nella mentalità popolare e risultando difficili da debellare.
Il termine "gatto nero" si riferisce a qualsiasi felino domestico (Felis catus) il cui mantello si presenti completamente di colore nero, indipendentemente dalla specie. È importante notare che, sebbene oggi si consideri nero qualsiasi gatto con pelliccia particolarmente scura, la superstizione richiede che il colore nero sia uniforme fino alla radice, senza alcuna traccia di marrone, setole bianche o sotto-pelo grigio.
Questo dettaglio sottolinea che le leggende in questione si riferiscono a un numero molto limitato di esemplari, ben al di sotto delle immaginazioni diffuse. Inoltre, più scuro è il felino, più i suoi occhi risaltano abbaglianti durante la notte, mostrando colori ambrati e brillanti, giungendo persino a somigliare a fiammelle ardenti che nei secoli scorso hanno certamente acceso le fantasie dei più superstiziosi.
Fortunatamente, solo in alcuni Paesi persiste la credenza che questo magnifico animale porti sfortuna. In Giappone, ad esempio, il gatto nero è considerato un portafortuna vivente, e si crede comunemente che averne uno in casa porti buon auspicio, simboleggiando salute e prosperità.
Il gatto nero, contrariamente alla sua infamante reputazione, è spesso dotato di un temperamento affabile e si dimostra frequentemente più docile rispetto ai suoi simili di diverso colore. Tuttavia, va sottolineato che questa osservazione è basata principalmente sull'esperienza di coloro che possiedono gatti di varie tonalità, e non esiste una verità scientificamente valida che possa giustificare tali affermazioni.
Alcuni esperti suggeriscono che tra i gatti neri maschi e femmine, queste ultime tendono a essere generalmente più irascibili, sebbene tale differenza non giustifichi certi pregiudizi. Nelle tradizioni anglosassoni, i gatti neri erano considerati emblemi di protezione sulle imbarcazioni, e questa pratica potrebbe aver contribuito alla cattiva fama associata a questi felini.
Secondo alcune narrazioni, i gatti neri svolgevano anche un ruolo pratico nelle stive delle navi dei pirati, dove si occupavano di cacciare i topi che altrimenti avrebbero razziato le provviste e diffuso malattie tra l'equipaggio. Quando le navi approdavano, i gatti scendevano insieme ai pirati, anticipando gli umani nell'ingresso nei paesi e nei villaggi prima dei saccheggi. Gli abitanti, associando il gatto nero all'arrivo dei pirati, iniziarono a considerarlo un presagio di cattiva sorte, contribuendo così alla diffusione della superstizione che si è mantenuta viva fino ai giorni nostri.
Tornando al folclore italiano, persiste la credenza che se un gatto nero attraversa la strada di un automobilista, ciò potrebbe portare a un grave incidente. Questa superstizione affonda le radici nel Medioevo, quando le carrozze e i cavalli erano mezzi comuni di trasporto e si muovevano su strade strette, dissestate e buie, aumentando il rischio di incidenti. All'epoca era molto probabile che un cavallo potesse imbizzarrirsi alla vista di un gatto che, al buio, gli attraversasse velocemente la strada, e il buio faceva apparire nero ogni felino, anche se di altre tonalità di colore.
Sempre nel Medioevo si diffuse la terribile caccia alle streghe che non giovò certo alla buona sorte del gatto. Si credeva infatti che le streghe potessero trasformarsi in gatti neri o che questi gatti fossero loro famigli. Questa connessione ha portato alla persecuzione dei gatti neri durante i periodi di caccia alle streghe.
Ovviamente queste superstizioni non hanno alcuna base scientifica e il colore del pelo di un gatto non ha nulla a che fare con la sua capacità di portare sfortuna o fortuna.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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