Nelle nebbie del folklore irlandese, tra spiriti inquieti e antiche maledizioni, si cela il Dullahan, una delle figure più macabre e affascinanti della tradizione celtica. Questo essere spettrale, noto anche come Gan Ceann (“senza testa”), è considerato un presagio di morte, un personaggio capace di evocare paura e curiosità in chiunque ne scopra la leggenda.
Il Dullahan è spesso descritto come un cavaliere decapitato che porta con sé la propria testa. A volte la tiene nel palmo della mano, altre volte sotto il braccio. Cavalca un destriero nero o guida una carrozza funebre, decorata con ossa e teschi, trainata da cavalli spettrali. Il suo arrivo è sempre presagio di sventura: quando il Dullahan chiama un nome, la persona designata è destinata a morire.
La testa del Dullahan è una delle sue caratteristiche più sinistre. Decomposta e verdastra, ha una consistenza descritta come “formaggio ammuffito” e una bocca deformata in un sorriso grottesco che si estende da un orecchio all'altro. I suoi occhi, vuoti e spettrali, sembrano scrutare l’anima di chi lo guarda.
Certamente queste caratteristiche rafforzano l'idea di un essere in decomposizione, quindi della morte nei suoi aspetti più materiali.
La figura del Dullahan è strettamente legata al tema della morte, come credo sia chiaro da quanto scritto. Si racconta che compaia spesso vicino ai cimiteri o nei luoghi legati al trapasso, e la sua presenza non può essere ignorata. Nessuna porta o serratura è in grado di fermarlo: il Dullahan può attraversare qualsiasi ostacolo per portare a termine il suo compito.
Un dettaglio particolarmente inquietante è la frusta che utilizza per spronare i suoi cavalli, realizzata dalla colonna vertebrale delle sue vittime. Si narra inoltre che il Dullahan possa accecare chiunque osi guardarlo, usando il suo sguardo o gettando sangue sulle loro facce.
Ciò è un chiarissimo riferimento all'inevitabilità della morte.
Le radici del Dullahan affondano nella mitologia celtica. Alcuni studiosi ritengono che possa essere una manifestazione del dio Crom Dubh, una divinità antica associata ai sacrifici umani e alla fertilità, un dio che si poneva come punto di giunzione tra vita, morte.
Il suo nome, Dubhlachan, significa “persona oscura” o “persona cupa”, anche se in alcune varianti linguistiche, il termine Durrachan può anche significare “maligno” o “rabbioso”, rafforzando la sua natura minacciosa.
Fortunatamente, anche una figura così spaventosa ha le sue debolezze. Si dice che il Dullahan tema l’oro. Un semplice oggetto d’oro, come una moneta, può allontanarlo o addirittura farlo scomparire. Questo dettaglio curioso lo distingue da molte altre creature del folklore, rendendolo vulnerabile a un elemento simbolo di purezza e incorruttibilità.
Il Dullahan, cavaliere decapitato che vaga attraverso la notte, non è l’unica figura misteriosa rappresentata con un'iconografia così macabra. Un altro celebre cavaliere senza testa è quello che si aggira nei sotterranei del Castello Aragonese di Otranto e in generale nelle campagne del Sud Salento. La figura in questione è quella di Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano, decapitato nel 1480 durante la sua lotta contro i saraceni. Nonostante la morte, la leggenda narra che la sua anima continuò a cavalcare, la testa persa ma il corpo ancora in movimento. Il suo fantasma, senza testa, si dice che appaia nelle notti d’agosto nel Castello di Otranto, e nelle sere nebbiose nei campi circostanti la città salentina. Questo parallelismo con il Dullahan è evidente: entrambi sono cavalieri privi di testa che annunciano la morte imminente o la persistenza dell’anima in un cammino senza fine.
Mentre il Dullahan è un portatore di morte, il cavaliere di Otranto sembra essere una figura che, pur appartenendo al passato, rimane un'anima inquieta che non ha trovato pace. Entrambi i personaggi si aggirano in luoghi ricchi di leggende, mantenendo un legame tra il passato e il presente, tra la realtà e l'ignoto.
Nel corso del tempo, la figura del Dullahan è stata reinterpretata in vari contesti culturali. Ha ispirato personaggi famosi come il Cavaliere Senza Testa di Washington Irving nel racconto La leggenda di Sleepy Hollow.
Nonostante la sua fama internazionale, il Dullahan rimane profondamente legato al cuore della tradizione irlandese.
Se mai dovessi trovarti faccia a faccia con questo cavaliere senza testa, ricorda di portare con te una moneta d’oro… Potrebbe salvarti la vita.
Mario Contino: Paranormale e non solo
Mario Contino è un ricercatore esperto nello studio sui fenomeni definiti "del paranormale", scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986 e residente dapprima in Lecce e poi in Monopoli (Puglia). Contino ha intrapreso la sua attività di ricercatore nell’ambito del folclore internazionale al fine di salvaguardare e tramandare le antiche tradizioni, altrimenti cancellate dal panorama socio-culturale moderno.
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